La prima cosa bella che, da avvocata, voglio dirvi, è che la Costituzione Italiana è un capolavoro ma l’art. 37 dovrebbe essere cambiato.
I Padri costituenti misurarono ogni frase e centellinarono ogni singola parola per rendere al Popolo Italiano una legge fondamentale che rispecchiasse il passato dell’Italia, lanciasse il suo futuro, e che fosse il più possibile equilibrata, nei diritti e nei doveri dei cittadini e nella divisione dei poteri dello Stato.
Quanto alle donne, oltre al principio di uguaglianza sancito all’art. 3, con il divieto di distinzioni fondate sul sesso, la nostra Costituzione:
- riconosce con l’art. 29 l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi
- agli artt. 51 e 117 sancisce il principio delle pari opportunità tra uomini e donne e impegna le istituzioni a rimuovere gli ostacoli alla realizzazione di tale principio
- all’art. 48 riconosce che sono elettori tutti gli uomini e le donne che abbiano compiuto la maggiore età
- all‘art. 37 stabilisce che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e a parità di lavoro le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore e che le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della funzione essenziale familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
Ma… purtroppo c’è un ma.
Senza biasimare i Padri costituenti, che rappresentavano la società civile del tempo, come avvocata delle donne non posso che osservare che proprio nella seconda parte dell’art. 37 si annida il maschilismo. Seppure motivata dalle migliori intenzioni e formulata nel sacro rispetto del focolare domestico, proprio per questo la norma costituzionale tenta di relegare la donna a quel focolare: ma chi ha detto che tutte le donne sono fatte per metter su famiglia? Ma chi l’ha detto che la principale aspirazione di una donna debba essere quella di avere figlicasamarito da badare? E perché mamma e bambino necessitano di una speciale adeguata protezione?
Sì, d’accordo, è corretto tutelare la maternità come periodo in cui la donna, effettivamente, non riesce a fare e a pensare a molto altro se non al proprio neonato. Ma non dimentichiamo che il benessere di una famiglia è compito di tutte e tutti, la salute psicofisica dei suoi membri è responsabilità di entrambi i genitori, di qualunque sesso siano, il neonato può essere accudito tanto da una donna quanto da un uomo, e dovrebbe essere così!
Ecco dunque che, accanto alla prima cosa bella, vi dico anche quale dovrebbe essere per me la prima cosa da cambiare: la seconda parte dell’art. 37 della Costituzione Italiana!
Ho già cominciato a sognare, e sogno di avviare un movimento per la riforma di questa norma.